Superato l’analogico, la strada verso le tecnologie digitali porta funzionalità operativa, comodità nella conservazione dei dati e pulizia in tutti i sensi. Lo scanner ai fosfori è oggi uno dei dispositivi digitali più diffusi che contribuisce a migliorare l’operatività del professionista del settore odontoiatrico. Il tutto senza stravolgere le abitudini di chi, fino a ieri, usava ancora le pellicole tradizionali.
Come funziona lo scanner ai fosfori?
Rispetto alla procedura di acquisizione di una radiografia con una pellicola tradizionale, la radiologia computerizzata prevede la medesima procedura fino alla conversione in immagine utile alla diagnosi. In poche parole, il momento dell’acquisizione non cambia, mentre la lettura e la conservazione hanno molti vantaggi.
Uno scanner ai fosfori utilizza delle lastrine sottili e flessibili, comode e disponibili in diversi formati e dimensioni per acquisire immagini pediatriche, periapicali, bitewing e bitewing lunghe. Si posizionano come le pellicole tradizionali e spesso sono perfettamente compatibili con centratori standard per lastre analogiche.
Essendo la piastrina di una sensibilità elevata, permette di ottenere immagini di alta qualità ricche di dettagli. Inoltre, la dose raggi è minima se paragonata a quella necessaria per la pellicola radiografica tradizionale.
Una volta esposta, la piastrina viene introdotta nel lettore, dove il processo di conversione in radiografia digitale è automatizzato. A seguito della conversione, i fosfori che sono serviti a memorizzare l’immagine sono cancellati e le piastrine possono essere riutilizzate numerose volte.
Il workflow tipico dell’acquisizione di radiografie digitali con lastrine ai fosfori e successiva conversione in immagine digitale consiste nelle seguenti fasi:
- posizionamento/acquisizione;
- prenotazione del lettore e scansione;
- visualizzazione;
- condivisione e archiviazione.
Quali sono i principali benefici della radiologia computerizzata?
Prima di tutto, la tecnologia digitale consente l’utilizzo di software e hardware, sia per modificare e ottimizzare l’immagine, sia per la sua archiviazione.
Rispetto alla tecnica analogica con pellicole, va detto che un eventuale errore di esposizione è successivamente correggibile con una lastra digitale e consente di avere un’immagine utile alla diagnosi. Al contrario, un errore di esposizione su pellicola è irrimediabile e necessita di un’ulteriore esposizione del paziente.
La velocità della conversione in radiografia digitale – solitamente in pochi secondi, tra i 4 e gli 8 - unita alla comodità di non doversi allontanare dalla poltrona per sviluppare le pellicole, ottimizza il workflow. Il lettore è generalmente molto compatto e può essere installato sopra un mobile o a parete nel caso sia inclusa un’apposita staffa, come nel caso di Hy-Scan, soluzione poco ingombrante e leggera creata da MyRay.
Un ulteriore vantaggio dei sistemi digitali è l’assenza totale di consumabili quali pellicole o prodotti chimici, da acquistare regolarmente e stoccare nello studio. Anche l’assenza di fili di connessione con un PC è un punto a favore delle lastrine ai fosfori rispetto ai sensori radiografici della radiologia diretta. Inoltre, le lastrine sono più sottili, ergonomiche e facilmente intercambiabili, mentre il sensore radiografico è di taglia fissa e più spesso.
Infine, un’immagine digitale è sempre disponibile, anche a distanza, ed è sempre modificabile usando un software adeguato. Diventa così possibile aumentare il contrasto, la nitidezza, la luminosità, nonché filtrare l’immagine o ingrandirla.
Quali sono le caratteristiche da valutare prima di acquistare uno scanner ai fosfori?
Prima di scegliere il modello è opportuno valutare tanti aspetti che vanno dalle prestazioni agli aspetti puramente ergonomici. Come parametro per fare un confronto trasversale useremo lo scanner Hy-Scan di MyRay.
Innanzitutto, la risoluzione delle immagini, fattore chiave per determinare la qualità del dispositivo, dovrebbe essere superiore a 30 pixel/mm. Hy-Scan fornisce immagini ad alta risoluzione di 34 pixel/mm.
Inoltre, grazie ai filtri speciali sviluppati per migliorare le immagini prodotte dalle lastrine ai fosfori, Hy-Scan consente l’acquisizione di un set di 5 immagini. Ciascuna di queste è ottimizzata per evidenziare differenti dettagli anatomici con diversi livelli di nitidezza e contrasto che consentono di diagnosticare in modo migliore.
Di grande aiuto, per sveltire ulteriormente il workflow, è la possibilità di trasferire le immagini al PC tramite una connessione Ethernet. Grazie ad apposita App, con il sistema sviluppato da MyRay il medico può anche visualizzarle su iPad.
Interessante l’opportunità data da MyRay attraverso la funzione MultiROOM, che consente la gestione del sistema di scansione da remoto (collegato al server dello studio). Si prenota la scansione direttamente dalla postazione di lavoro a fianco del paziente e le immagini sono salvate in automatico nella sua cartella clinica. Queste saranno visualizzate immediatamente sul PC o sul monitor dell’ambulatorio.
Infine, occorre valutare gli aspetti ergonomici: più compatto è il dispositivo più sarà semplice installarlo nei pressi della poltrona. Meno critico il peso, ma se non supera i 5 kg, sarà anche possibile fissarlo comodamente a parete.
Attenzione al meccanismo che fa transitare la lastrina attraverso lo scanner e consente una gestione no-touch. Mentre diversi modelli usano piccoli rulli che trascinano la lastrina, un sottile strato magnetico incorporato nella lastrina stessa è una soluzione ottimale per evitarne il deterioramento causato spesso dall’inevitabile presenza di granelli di polvere.
Alcuni modelli, come quello proposto da MyRay, sono forniti con accessori utilissimi come un contenitore trasportabile dove riporre in modo ordinato e protetto le lastrine.